Sulle tracce delle notizie ricavate dai Faldoni dell'AVP, è possibile tentare una ricostruzione delle vicende che hanno interessato la chiesa locale nel sec. XX. Acquistato l'altare maggiore per £. 1100, nel 1840, quando Tiracoda contava 180 abitanti, divisi in 22 ricche famiglie, dopo la decorazione del tempio tra il 1894 e il 1901, per opera di Rodolfo Gambini, nel 1913 Gaetano Bianchi convenne con don Barbanti, coadiutore di Villastanza, che gli fosse riconosciuta la proprietà dell'oratorio di Tiracoda, di cinque pianete, due messali e altra suppellettile. Di proprietà della popolazione del villaggio erano: una statua della Madonna sotto il titolo del S. Rosario, alcune pianete, tre quadri (uno del S. Cuore, l'altro del Cuore di Maria, un terzo della Sacra Famiglia) e varia suppellettile. Impegno dell'amministrazione ai fabbricieri 'che imposero al parroco la festa di S. Anna e quella del Rosario'.
Nel 1928, sessanta abitanti firmarono una petizione per avere tutte le domeniche, a tempo indeterminato, la Messa in paese, dichiarandosi disposti a sopportare le spese necessarie. La Curia accondiscese alla richiesta, a patto che l'onere per la celebrazione fosse sopportato dagli abitanti della frazione. Al parroco di Villastanza toccò l'amministrazione della raccolta, la conservazione delle chiavi di accesso alla chiesa, la sorveglianza della stessa e l'ordinamento delle funzioni.
Ben presto si notò però l'insufficienza della chiesa e, nel 1929, gli abitanti acquistarono due appezzamenti di terreno, su cui erigere un nuovo tempio, che fu benedetto, a lavori ancora incompiuti, il 29 novembre 1937 dal prevosto di Parabiago, don Elia Balzarini e consacrato dal Card. Schuster, il 25 maggio 1938. In quella circostanza fu proposto il cambiamento di denominazione di Tiracoda in Villapia.
La seconda guerra mondiale non arrestò l'abbellimento della chiesa: nel luglio 1944 la lunetta sopra la porta d'ingresso è stata arricchita con la figura del Cristo Re, su fondo mosaicato finto oro, con cherubino e la scritta: ADOREMUS CHRISTUM REGEM REGUM (adoriamo Cristo re dei re). Il pittore Paolo Bellegotti ha pure affrescato una Immacolata con putti e teste di cherubini, su fondo finto mosaico; e una S. Anna con la Vergine. Nella parte elevata della facciata si apre un grande rosone che presenta all'interno l'orifiamma cristiano. I battenti delle porte sono adornati da quattro pannelli in bronzo che raffigurano: Crocifissione con i tre ladroni; Resurrezione di Gesù, Samaritana al pozzo; Padre accogliente il prodigio.